domenica 30 novembre 2008

ASSEMBLEA ANNUALE Associazione E.Tortora - Radicali Milano

Saranno Presenti:

Antonella Casu, segretaria di Radicali Italiani
Michele De Lucia, tesoriere di Radicali Italiani
Matteo Mecacci, deputato radicale del PD
Ezio Casati, segretario provinciale PD
Maurizio Baruffi, consigliere comunale dei Verdi
Marcello Saponaro, consigliere regionale dei Verdi
Pierfrancesco Maran, consigliere comunale PD
Giorgio Bertazzini, garante provinciale dei detenuti



Care compagne e cari compagni,

è con piacere che Vi inviamo la convocazione per l'Assemblea annuale degli iscritti dell’Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano, che si terrà a Milano sabato 20 dicembre p.v., a partire dalle ore 11:00 in via Orti, 17 presso la sala del Circolo PD di P.ta Romana.



Si è concluso da pochi giorni il Congresso di Radicali Italiani con lo slogan “R/esistenza Radicale” e si avvia alla conclusione un anno in cui, nonostante difficoltà notevoli derivate principalmente dall'assenza della sede e dalle scarse risorse economiche e umane, l'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano è riuscita a produrre iniziativa politica senza soluzione di continuità, quantitativamente e qualitativamente sorprendente considerando i problemi sopra menzionati.



Dobbiamo considerare i mesi che abbiamo davanti come un periodo di ulteriore r/esistenza finalizzata a un rilancio indispensabile viste le difficoltà straordinarie. Ci rivolgiamo a voi chiedendovi dunque un impegno straordinario ben conoscendo le criticità di una militanza politica povera di mezzi, ancor più se confrontata con quella di altri partiti.



Milano, la città della proibizionista Giunta Moratti, nella regione formigoniana, è stata lo scenario di importanti iniziative: la petizione sulle politiche di riduzione del danno, le proposte in tema di informazione sessuale, il sostegno alla lotta nonviolenta del popolo del Dalai Lama, con l'esposizione della bandiera tibetana di fronte a Palazzo Marino. Da menzionare anche una campagna elettorale che ha accelerato e reso possibili nuove interlocuzioni con il Partito Democratico, a titolo di esempio ricordiamo l'affollato incontro con Pietro Ichino organizzato in collaborazione con il Circolo 02PD. Particolare attenzione inoltre è stata riservata alla politica transnazionale con l’importante incontro preparato con il Partito Socialista sulla crisi georgiana fino al recente evento sull’Integrazione. Impossibile tralasciare l'importante iniziativa della Cellula Coscioni di Milano ‘SOS Pillola del Giorno Dopo’, che ha visto l’impegno diretto di undici "medici di coscienza" che hanno sposato questa battaglia di libertà pur non dichiarandosi radicali. E’ infine da ricordare la mozione comunale da pochi giorni depositata sull’Anagrafe Pubblica degli Eletti e dei Nominati, a prima firma Maurizio Baruffi, un nostro iscritto. Molte altre sono state le iniziative che hanno segnato quest’ultimo anno di R/esistenza radicale a Milano e avremo modo di parlarne sabato 20 dicembre.



E' inutile nascondersi che la perdita della sede ha causato difficoltà di aggregazione e limitazioni nella ricerca di iscritti e militanti. In uno scenario politico già difficile, occorre ancor più ricercare nuovi modi, nuove forme, nuove idee e soprattutto nuove forze per portare avanti una Storia radicale milanese che non può e non deve fermarsi.



Per fare questo occorre la partecipazione di tutti noi all'importante momento dell'Assemblea annuale. Noi e tutte le persone che riusciremo a coinvolgere. Occorrono persone, idee e impegno.

Perché la vita di qualunque soggetto politico radicale, quindi anche di un'associazione, dipende dalle forze individuali che vengono messe in gioco.



La R/esistenza radicale, in Italia, ma anche a Milano, ora più che mai ha bisogno di tutti noi.



Vi alleghiamo una proposta di ordine del giorno e speriamo di vedervi numerosi,



Il segretario Valerio Federico e la tesoriera Virginia Fiume



L'Assemblea annuale degli iscritti dell'Associazione Radicale "Enzo Tortora" – Radicali Milano si terrà a Milano in via Orti 17, presso la sede del Circolo PD P.ta Romana

Sabato 20 dicembre p.v. con inizio alle ore 11.00



ORDINE DEL GIORNO

11.00 Insediamento della Presidenza: approvazione ordine del giorno e regolamento

11.15 Relazione della Tesoriera Virginia Fiume

11.30 Relazione del Segretario Valerio Federico

11.50 Termine per l'iscrizione per l'anno 2008 all'Associazione al fine di poter esercitare il diritto di presentare mozioni e di votare

11.55 Inizio del dibattito generale (all'interno del quale sono previsti gli interventi degli ospiti)

13.15 Pausa pranzo

14.15 Ripresa del dibattito generale

15.55 Chiusura delle iscrizioni a parlare per il dibattito generale

17.10 Chiusura dibattito generale

17.10 Termine presentazione delle mozioni generali e particolari e di eventuali modifiche statutarie

17.15 Illustrazione delle mozioni, delle eventuali proposte di modifiche statutarie e dibattito

17.45 Termine presentazione di emendamenti a mozioni e modifiche statutarie; loro illustrazione

18.05 Votazione degli emendamenti, delle eventuali modifiche statutarie, delle mozioni generali particolari

18.30 Presentazione delle candidature alle cariche di Segretario e Tesoriere e successive votazioni

19.10 Proclamazione degli eletti e chiusura lavori

Al termine dei lavori seguirà un buffet per salutarci prima delle vacanze natalizie e di fine anno.

giovedì 27 novembre 2008

Il consiglio comunale di Perugia snatura la proposta radicale

Perugia: anagrafe degli eletti, i socialisti del consiglio Comunale annacquano la proposta radicale. Per protesta non parteciperemo alla loro conferenza delle idee sulla città di Perugia

Perugia, 27 novembre 2008

• Comunicato della Segreteria dell'Ass.ne radicalipurugia.org

Il gruppo socialista del Comune di Perugia ha presentato un ordine del giorno sull'anagrafe degli eletti che contraddice la volontà espressa in diversi incontri e conferenze stampa organizzate dai radicali di volere un'amministrazione più trasparente e partecipata. Un progetto questo, lanciato da Radicali Italiani a livello nazionale, che qualifica l'attività delle amministrazioni elette perché consente al cittadino di "conoscere per deliberare".

Innanzitutto la nostra critica si rifà allo strumento dell'ordine del giorno, strumento debole, mentre noi chiedevamo il deposito di una proposta di delibera, cioè di un vero e proprio atto normativo. Inoltre, cosa molto grave, i punti più importanti del progetto anagrafe sono stati cassati. Per esempio, nulla viene messo riguardo alla dichiarazione dei redditi dei consiglieri e degli amministratori, nulla riguardo all'obbligo di dichiarare se i consulenti hanno rapporti di consulenza con le società controllate o partecipate dal comune e per quali importo, nulla riguardo alle votazioni dei Consiglieri in consiglio comunale.

Di fronte ad una così grossolana iniziativa, di stampo partitocratico, i rappresentanti di radicaliperugia.org non parteciperanno con interventi programmati alla conferenza delle idee sulla città di Perugia prevista per domani.

La segreteria di radicaliperugia.org

Pierfrancesco Pellegrino, segretario

Amato de Paulis, Antonio Di Bartolomeo, Tommaso Ciacca, Andrea Maori (segreteria)

mercoledì 26 novembre 2008

Valter Vecellio: anagrafe e "pianisti"

Valter Vecellio. Anagrafe degli eletti, “pianisti”, efficienza e produttività del parlamentare

Da qualche ora, il sito internet di Montecitorio pubblica i dati relativi alla partecipazione al voto dei deputati. Un passo in avanti, ha commentato la segretaria di Radicali Italiani Antonella Casu: «Affinché questi dati siano reali», ha avuto cura di aggiungere, occorre che «a breve sia dato corso all'ordine del giorno, presentato dai radicali nella scorsa legislatura, volto ad eliminare la pratica dei pianisti; così come auspichiamo che a questi nuovi dati, appena resi noti, si affianchino tutti gli altri ancora sconosciuti ai più, dai lavori di Commissione ai finanziamenti alla politica ad esempio».

Non è una questione di poco conto, quella su cui Antonella sollecita attenzione e riflessione.

Qualcuno si sarà chiesto come mai, nella “classifica” dei votanti, i deputati radicali, pur essendo “piazzati” in buona posizione non sono ai vertici. La ragione è molto semplice: ogni radicale a Montecitorio e palazzo Madama, quando vota, vota in prima persona. Non è, insomma, aiutato da colleghi “volenterosi” che lo fanno per loro. Si dà, per esempio, il caso di parlamentari che pur essendo raramente in aula, sono alla testa della classifica delle presenze. Hanno semplicemente ceduto la loro tessera-voto a un collega. Inoltre i parlamentari radicali quando hanno occupato la commissione parlamentare di vigilanza hanno perso numerose votazioni.

Questo per quel che riguarda i radicali. In generale: il presidente della Camera Gianfranco Fini sembra essersi convinto che la pratica dei “pianisti” ha assunto proporzioni e livelli non più tollerabili; e questa sua convinzione la si condivide in pieno. Una delle sedute parlamentari più avvilenti è stata quando il parlamentare del PD Roberto Giachetti ha denunciato alla presidenza la ostentata pratica “pianistica” di numerosi deputati del centro-destra, e immediatamente un deputato di quella parte politica ha ammonito Giachetti a non ergersi a scandalizzato moralista, visto che i deputati del centro-sinistra stavano facendo la stessa cosa. Una “teorizzazione” senza vergogna di questa pratica, oltretutto mentre una scolaresca era in visita nel “Palazzo” e assisteva ai lavori di aula. Ne avranno ricavato senz’altro una morale più di cento lezioni di educazione civica!

Il presidente Fini ha assicurato che nel 2009 si voterà con un altro sistema, quello che prevede l’impronta digitale. I “pianisti” dunque dovrebbero scomparire. Dovrà essere cura degli uffici, quando si farà la “classifica” dei presenti e degli assenti, specificare che in una parte di legislatura si è votato in un modo; e poi con un altro sistema. I risultati non mancheranno di sorprendere. Tanto più che occorre chiarire la questione delle “missioni”.

Chi segue le sedute parlamentari, sente dire in apertura che il parlamentare X o il parlamentare Y, quel giorno è in “missione”. Detta così si è autorizzati a credere che il deputato in questione sia da qualche parte in ragione del suo ufficio e della sua funzione, e impossibilitato a votare; basta comunicare “missione”, e dunque l’assenza viene giustificata (e la giustificazione, ovviamente, conta nel conteggio degli emolumenti complessivi). Il fatto è che appunto basta dire che si è in “missione”, senza essere obbligati a specificare in cosa consista la “missione”, per cui il parlamentare può benissimo essere impegnato in attività che nulla hanno a che fare con il suo mandato. “Missione”, dunque, è una sorta di parola magica, un passepartout. Decenza vorrebbe che questa pratica venisse superata: rarissimamente le “missioni” sono veramente tali.

A margine della “classifica” stilata sulle attività parlamentari. È evidente che un metro di misura è costituito anche dalla quantità di atti parlamentari prodotti. Però il dato numerico non può e non deve essere l’unico metro di valutazione. I parlamentari radicali, per esempio presentano interrogazioni sulle condizioni in cui versano le carceri o i centri di prima accoglienza; altri parlamentari usano l’interrogazione come una sorta di “raccomandazione”: nelle passate legislature, ma anche in questa, ce ne sono di specializzati, che per esempio “segnalano” al ministero del Lavoro casi di persone che a loro dire sono in attesa della definizione della pratica pensionistica. Un modo per sollecitare la definizione di quella pratica. Evidentemente la qualità delle interrogazioni radicali è diversa da quella dei parlamentari che raccomandano la pratica.

Stessa cosa si può dire per i progetti di legge. Al di là del merito e della qualità dei progetti presentati, i nostri parlamentari preferiti non sono tanto quelli che a fine mandato esibiscono centinaia di progetti di legge e “leggine” presentate (e spesso neppure calendarizzate), quanto quelli che possono dire di essere riusciti a far cancellare qualche legge. Questo paese è afflitto non si sa bene da quante leggi, c’è chi sostiene parecchie centinaia di migliaia, dove c’è tutto e il suo contrario: leggi, norme, regolamenti contraddittori, desueti, dimenticati. Una buona “deforestazione” di questa giungla normativa non solo sarebbe auspicabile, ma necessaria e urgente.

Dunque un primo, importante passo è stato fatto. Ne devono seguire ora molti altri; e non solo alla Camera, ma a tutti i livelli istituzionali. «Adottare provvedimenti volti a garantire la trasparenza rappresenta un'iniziativa che, secondo il principio del “conoscere per deliberare”, garantendo agli elettori la giusta trasparenza sull'operato di chi hanno chiamato a rappresentarli, assicura l'esercizio del controllo e la possibilità di partecipazione alla vita politica del Paese», ci ricorda Antonella; è l’impegno che i radicali hanno assunto al termine dei lavori del congresso di Chianciano; è l’impegno cui siamo chiamati a dare corpo nei giorni che verranno.

Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 20 novembre 2008)

http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php&cmd=v&id=7230

venerdì 21 novembre 2008

Asti, 21 novembre 2008

Ha introdotto la conferenza stampa Giulio Manfredi (Comitato Nazionale Radicali Italiani), dando subito la parola a Bruno Mellano (presidente di Radicali Italiani), che ha voluto sottolineare il valore rivoluzionante dell’iniziativa dell’ “anagrafe degli eletti”, promossa da Radicali Italiani sull’intero territorio nazionale, dovunque possibile:
“Con le attuali tecnologie, con Internet, è possibile realizzare pienamente il motto di Luigi Einaudi “Conoscere per deliberare”. Un tempo, il cittadino di Asti doveva andare in Municipio a consultare l’albo pretorio per sapere una parte di quanto avveniva nel Palazzo; oggi, senza spostarsi da casa, ha la possibilità di sapere tutto quello che lì avviene, se si implementa adeguatamente il sito del Comune con i curriculum dei consiglieri, degli assessori, del Sindaco, con le loro attività, con le dirette dei consigli comunali, con l’elenco dei consulenti, dei nominati nelle aziende partecipate, con l’indicazione dei relativi compensi, con i bilanci del Comune e delle aziende partecipate. Per far conoscere la nostra iniziativa, abbiamo spedito una lettera a tutti gli 8.102 Comuni italiani, alle 120 Province, alle 20 regioni, ma, naturalmente, occorre trovare nelle varie realtà chi si prende a cuore la nostra proposta.
Approfondendo le varie situazioni locali, ho scoperto inadeguatezze eclatanti, una per tutte: la regione Abruzzo non registra, se non su richiesta, di volta in volta, del consigliere regionale interessato, i nomi e i voti espressi sulle leggi regionali.
I nostri interlocutori sono tutti i partiti, a 360 gradi; abbiamo invitato a questa conferenza stampa anche esponenti del centrodestra ma non è stato possibile per loro intervenire per impegni già fissati.

Ha poi preso la parola Igor Boni (segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta):
“Dobbiamo calibrare l’iniziativa dell’anagrafe degli eletti a seconda delle realtà locali. A Torino, abbiamo intrapreso una raccolta firme su una delibera di iniziativa popolare rivolta al Consiglio Comunale; lo Statuto prevede la raccolta di almeno 1.500 firme in quattro mesi. A Novara, abbiamo portato a termine un’analoga iniziativa in breve tempo, poiché là le firme richieste erano solamente 100. Ad Asti, lo statuto comunale prevede la raccolta di almeno 1.200 firme, troppe per le nostre forze. Pertanto, abbiamo chiesto al consigliere Fabrizio Brignolo del PD di farsi promotore dell’iniziativa, presentando in Consiglio Comunale un’apposita proposta di delibera.
Voglio, infine, ricordare che alla conferenza stampa di Torino ha partecipato il Presidente del Consiglio Regionale, Davide Gariglio, che in quell’occasione portò l’adesione anche della Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso.
Qualche risultato si vede già: solo da un mese a questa parte, il sito della Regione Piemonte ospita le conferenze stampa conclusive della Giunta Regionale.”.

Fabrizio Brignolo (capogruppo PD in Comune, coordinatore provinciale PD):
“Innanzitutto, sono contento che ad Asti torni a manifestarsi una presenza radicale, per il contributo che i radicali hanno sempre fornito al dibattito politico. E sono contento che il PD possa servire da “strumento” sia per portare la proposta dell’anagrafe degli eletti in Consiglio Comunale sia per consentire a Salvatore Grizzanti di candidarsi nell’Assemblea regionale dei Giovani PD.
Ad Asti l’opposizione ha già condotto iniziative in materia; siamo riusciti ad ottenere la registrazione dei consigli comunali sul sito del Comune.
Come in altri ambiti, le regole ci sono ma spesso, nell’attuazione concreta, ci si scontra con barriere burocratiche che impediscono l’attuazione di tali regole, il rispetto del diritto del cittadino a conoscere per deliberare.
L’anagrafe degli eletti è l’altra faccia della meritocrazia: occorre far conoscere quello che ciascuno vale.

Ha concluso la conferenza stampa Salvatore Grizzanti (membro Associazione Radicale Adelaide Aglietta, candidato all’Assemblea Regionale dei Giovani Democratici):
“E’ difficile portare in realtà profondamente provinciali come Asti le iniziative radicali ma ho voglia di provarci. Rispetto all’anagrafe degli eletti, voglio ricordare che qui in Comune sono stati assunti recentemente nove consulenti; i loro curriculum non sono stati ancora resi pubblici. C’è bisogno, quindi, anche di un’ “anagrafe dei consulenti”, di un’ “anagrafe dei nominati” nelle aziende partecipate dal Comune, con la pubblicazione dei loro compensi e dei bilanci delle società.
Invito i cittadini di Asti che vogliono darmi una mano su questa iniziativa, su altre lotte radicali, a contattarmi; il sito dei radicali astigiani è www.radicaliastigiani.wordpress.com”.

martedì 18 novembre 2008

Gli anticorpi del riformatore

Marco PannellaLe “visioni” del radicale che spesso anticipa la realtà Leggi illiberali, un regime che imploderà Candidarsi come alternativa non violenta

Gli anticorpi del riformatoredi Valter Vecellio

Quasi mai generosa, la stampa italiana, nei confronti dei radicali e di Marco Pannella in particolare; la conferma si è avuta in occasione del recente congresso di Chianciano: rari gli articoli, ricchi sempre di glamour a un tanto al chilo; e la “notizia” regolarmente non colta. Dimitri Buffa prima, Alessandro Litta Modignani poi, hanno già svolto considerazioni e riflessioni su quel che si agita attorno e dentro il “mondo” radicale. Proverò a situarmi sulla loro scia. Intanto, subito, la novità non colta. Non solo a Chianciano, ma anche al successivo congresso della Destra di Francesco Storace e in numerosi interventi a “Radio Radicale”, Pannella ha elaborato una “riflessione” rimasta clandestina. Pannella sostiene che esiste una sorta di continuità tra regime fascista-mussoliniano e regime “fascista”-sfascista degli antifascisti. Una continuità fatta di leggi illiberali che contrastano con la Costituzione, e che tuttavia sono state lasciate in vita perché tornavano comunque utili contro l’avversario; di altre leggi “post-fasciste”, ma non meno illiberali e autoritarie delle fasciste; del non rispetto della legalità, della sistematica e programmatica violazione della Costituzione e della “parola data”. Non è una novità, Pannella la propone da almeno quarant’anni. C’è però una “piccola” novità. Il leader radicale infatti sostiene che questo “regime” è destinato molto probabilmente ad “implodere”, e con conseguenze non prevedibili, certamente non facilmente controllabili. Dunque, dice Pannella, occorre prepararsi, attrezzarsi per candidarsi come alternativa riformatrice non violenta. Questo è il compito del riformatore, che prefigura l’alternativa all’esistente, la prepara e si candida a un “governo” altro delle cose. Ora si può benissimo liquidare questa analisi come il “delirio” di un visionario. Ma ne siamo sicuri? L’esperienza del passato consiglia prudenza. E’ accaduto altre volte che le “follie” pannelliane si siano rivelate la cosa più saggia e più giusta. Non è la prima volta che Pannella con rabdomantica capacità coglie in anticipo scricchiolii e segnali che da più parti arrivano, e ne ricava quel “giusto senso” che poi un po’ tutti riconoscono. Ricordate quel frammento di Eraclito che dice “Se non speri l’Insperabile, non lo scoprirai, perché è chiuso alla ricerca, e ad esso non conduce nessuna strada”? C’è qualcun altro, nel mondo politico italiano, che più e come Pannella non cessa un momento di “sperare” l’insperabile e per questo lo ha potuto “scoprire”? E’ tuttavia sconcertante la quantità di luoghi comuni vomitati in questi anni. Se ne potrebbe ricavare un’antologia da far invidia al flaubertiano catalogo di Bouvard e Pécuchet. Non tanto, o solo, l’insulto. Piuttosto è la rinunzia a cercare di capire, l’avvilente limitarsi a guardare senza vedere, a parlare senza dire nulla... Quante volte hanno sostenuto che Pannella e i radicali erano finiti? Dicono che i radicali sono una setta; in cinquant’anni, non uno dei tanti che studiano la forma partito che abbia studiato lo statuto radicale, analizzato la strana “cosa” costituita a una “setta” senza probiviri; che per regola si “costringe” ad accogliere l’iscritto, senza poterlo respingere o espellere. Una “setta” che favorisce le iscrizioni plurime; una “setta” che prefigura un’organizzazione aperta, federativa; che, a differenza delle altre organizzazioni centralistiche e burocratiche (tutte fallite), sfida ogni legge di “gravità” e vive da mezzo secolo; una setta che vanta un patrimonio politico unanimemente riconosciuto unico al mondo. Dicono che Marco Pannella produce e forma classe dirigente, che poi distrugge. Ancora un luogo comune: quello di Crono che divora i suoi figli. E’ vero: Pannella ha creato e forgiato una classe politica. Sa essere esigente, rigoroso, oltre che generoso e comprensivo; essere radicali non è facile. C’è chi sa e riesce ad esserlo sempre; c’è chi lo è per un periodo della sua vita, poi sceglie altro. Sarebbe interessante realizzare una “mappatura”: ci sono una quantità di ex radicali un po’ ovunque, e l“impronta” spesso si indovina loro malgrado. Non interessa qui discutere le loro scelte, i loro percorsi. Conta piuttosto smentire il luogo comune. E’ Pannella che viene azzannato, o almeno c’è chi ci prova; anche questa incapacità di “leggere” una realtà che pure è evidente, è la cifra della situazione in cui ci si viene a trovare. La “colpa” di Pannella – di autentica colpa si tratta – è quella di esaltare il dissenso, aiutarlo ad emergere. Naturalmente quando ritiene sia il caso di farlo, lo combatte con durezza. Ma si può negare che le “fortune” di molti “ex” sono diventate tali appunto nel momento in cui hanno scelto di “dissentire”, di essere “ex”? Chi volesse ripercorrere la storia del Partito Radicale, si accorgerà che ha saputo superare molti momenti difficili perché ha respinto le tentazioni di chiusura, ha combattuto la logica del clan e ha accettato le sfide “aprendosi”, facendo esplodere contraddizioni anche al suo interno. Ogni volta che questo è accaduto e che questo processo si è realizzato, la “cosa” radicale ha trovato anche gli anticorpi che hanno consentito di superare le crisi. Questo è probabilmente il patrimonio più importante dei radicali. Ed è lezione che vale anche per l’oggi.A questo proposito può essere utile un’iniziativa ancora non valorizzata per come merita, quella per l’anagrafe degli eletti. C’è una bella pagina de “Il Giorno della civetta”, di Leonardo Sciascia; quella dove il capitano Bellodi è tentato di applicare contro il capomafia quei mezzi al di là e al di sopra della legge che applicò Cesare Mori negli anni del fascismo; tentazione momentanea, che subito respinge, per arrivare alla conclusione che bisogna piuttosto seguire la pista del denaro, dei patrimoni illeciti. E qui viene la polpa della questione: “Tutte quelle volpi, vecchie e nuove, che stanno a sprecare il loro fiuto dietro le idee politiche o le tendenze, o gli incontri dei membri più inquieti di quella Grande Famiglia che è il regime e dietro i vicini di casa della famiglia, sarebbe meglio si mettessero ad annusare intorno alle ville, le automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi, e a tirarne il giusto senso”. Il “giusto senso” che si può tirare se si ha a disposizione uno strumento di conoscenza come appunto “l’anagrafe degli eletti”. E’ insomma una risposta in “positivo”, e politica nel senso più alto, alle denunce de “La Casta” di Stella e Rizzo; degli ottimi libri sul sindacato di Liviadiotti; sulla giustizia di Ferrarella e Tinti; sui giornalisti di Lopez; sul Vaticano di Maltese, Pontesilli e Turco. Quello che si vuole garantire, è la possibilità di poter “conoscere per deliberare”, come diceva un grande liberale, Luigi Einaudi; significa garantire la possibilità di poter conoscere con facilità non solo l’attività svolta dai vari enti, ma anche quei dati inerenti l’attività degli eletti. Per dire: quante volte sono presenti e assenti; come e se lavorano; con quali metodi ed espedienti; se sono assenteisti o se votano e come votano; quali e quanti strumenti regolamentare usano. Qual è la loro situazione patrimoniale, immobiliare, finanziaria, fiscale, societaria, quali sono i loro incarichi remunerati…Si tratta, insomma, di restituire al cittadino gli strumenti di controllo e di vigilanza, di conoscenza dell’operato dei suoi rappresentanti a ogni livello, nazionale e locale. Oggi la moderna tecnologia, internet in particolare, offre gli strumenti che consentono di mettere tutti questi dati a disposizione di tutti; strumenti, informazioni che possono aiutarci a individuare i migliori, i più idonei, i più capaci, i più onesti. Non è davvero poco, e su questo “hic Rhodus”, sarebbe auspicabile e opportuno si misurassero sia il centro-destra che il centro-sinistra. Non foss’altro per cercare di limitare i danni di una possibile “implosione” che se non probabile è comunque possibile.

(L' Opionione: http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=243&id_art=9195&aa=2008 )

mercoledì 12 novembre 2008

Anagrafe degli eletti: Fois, per la Provincia di Venezia la trasparenza è solo una parola

Venezia, 12 novembre 2008

• Dichiarazione di Franco Fois - Ass. VenetoRadicale

Davvero sconcertante il comportamento assunto dal consiglio provinciale di Venezia sulla proposta di istituzione dell'anagrafe pubblica degli eletti. Ancora una volta una certa classe politica si dimostra incapace di far seguire alle proprie parole fatti concreti.
Nello statuto della provincia di Venezia l'articolo 25 (diritti d'accesso e d'informazione dei cittadini) al punto 1 recita: "la provincia garantisce il diritto all'informazione sulla sua attività, programmi e progetti mediante adeguati strumenti di comunicazione". E al punto 3 lettera a: "individua i mezzi e le modalità per assicurare l'accesso ai documenti amministrativi anche con mezzi informatici".
La Provincia di Venezia ha istituito la provincia etica che come dichiara il Presidente Davide Zoggia (PD) vuole essere uno strumento per: "abbattere, attraverso la correttezza e la qualità del nostro dialogo con i cittadini, le barriere fra amministratori e amministrati". Viene adottato un codice etico che definsce il comportamento degli eletti verso gli elettori, e all'artico 19 si proclama: "L'eletta/o [...] Incoraggia e sviluppa ogni provvedimento che favorisca la trasparenza delle sue competenze, dell'esercizio delle sue competenze e del funzionamento dei servizi di cui ha la responsabiltà [...] Si impegna a promuovere comportamenti [...] ispirati ai principi di trasparenza, favorendo quindi l'accesso alle informazioni da parte delle/dei cittadine/i".
Appare dunque evidente come l'anagrafe pubblica degli eletti sia lo strumento ideale per dare concretezza a tali dichiarazioni chiare ed impegnative.
Di questo avviso è sicuramente la consigliera provinciale del PD con delega alla provincia etica che decide di sostenere la proposta appena le viene presentata. Immediatamente si attiva e, preparata la delibera, la presenta in conferenza dei capigruppo certa di ottenere la sua approvazione e poter poi andare davanti al consiglio provinciale con una strada già spianata verso una rapida approvazione definitiva.
Giovedì 6 novembre 2008 la conferenza dei capigruppo udita la relazione vota: progetto respinto.
Naturalmente l'impegno non si ferma, continueremo a cercare strade per conquistare strumenti di trasparenza che possano finalmente dare ai cittadini la conoscenza sull’operato dei proprio eletti. Trasparenza che al momento per la Provincia di Venezia è solo una parola da scrivere sulla carta.

www.venetoradicale.it

sabato 8 novembre 2008

Anagrafe degli eletti, una proposta rimasta nell’ombra

Finita la sbornia delle elezioni americane, che ancora una volta ci hanno dato una grande lezione di democrazia, torniamo a guardare entro i confini di casa nostra per esaminare un interessante proposta “democratizzante” lanciata dai radicali: creare un’anagrafe nazionale degli eletti.

Per quanto interessante (e a costo zero), la proposta è purtroppo rimasta decisamente all’ombra di altre questioni che probabilmente interessavano di più al congresso. Ma vediamo di cosa si tratta e perché potrebbe essere un elemento positivo per il sistema federalista basato proprio sulla responsabilizzazione di chi ci governa.

Nella sostanza, si tratta di mettere a disposizione dei cittadini l’operato di tutti gli eletti: dai Parlamentari ai Sindaci, per arrivare ai Consiglieri Regionali, Provinciali e Comunali.

lunedì 3 novembre 2008

CASU RICONFERMATA A SEGRETERIA

"E' stato difficile accettare perche' e' una grande responsabilita'. Mi impegno a continuare a lavorare come ho sempre fatto": queste le prime dichiarazioni ai giornalisti di Antonella Casu, confermata segretario dei radicali italiani. Il neo segretario auspica che ci siano nuovi iscritti anche perche' "questo congresso ha dimostrato che si puo' partecipare davvero fino all'ultimo momento e a pieno". Sui rapporti con il partito democratico, invece ha affermato: "Noi non abbiamo mai mollato il dialogo col partito democratico ma vorrei che si fondasse su basi concrete, come quella dell'anagrafe degli eletti su cui noi andiamo avanti".
AIT - Associazione italiana transumanisti